Si è svolta a Palermo dal 16 al 19 aprile 2019 la quattro giorni di Seminario Organizzato dalla Commissione VII (“Nuove migrazioni e generazioni nuove”) del CGIE, in collaborazione con i COMITES e le Consulte dell’emigrazione di Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Marche, Liguria, Lombardia, Molise, Provincia autonoma di Trento, Umbria dal titolo “Una rete di giovani italiani nel mondo”.
Un piccolo esercito di 115 giovani dai 18 ai 35 anni italiani emigrati di prima, seconda e terza generazione provenienti da tutti i continenti. I ragazzi durante le giornate ed i seminari a cui hanno partecipato hanno dimostrato un attaccamento ed un attenzione verso l’Italia, le loro radici ed il loro futuro che ha commosso ed inorgoglito tutti i partecipanti.
I seminari organizzati passati a discutere su varie tematiche, dal lavoro, alla creazione di siti web, al turismo di ritorno, all’arte, alla lingua italiana, al movimento di giovani in cerca di opportunità di crescita lavoro ed opportunità è stato molto emozionante anche per gli organizzatori e gli inviati delle Consulte regionali. Personalmente ho assistito al pianto irrefrenabile di una ragazza che per la prima volta entrava in un teatro dell’opera e studiando musica al suo paese è stata sopraffatta dall’emozione di essere nel paese che ha dato i natali tra gli altri a Verdi, Puccini, Bellini e tanti altri.
L’abilità e l’amore per il nostro paese, la volontà di renderlo migliore agevolando gli scambi tra gli italiani “in fuga” ha reso tutti un po’ più ricchi di esperienze positive e scambi costruttivi. Le giovani selezionate che hanno partecipato come rappresentanti della Regione Liguria per le Associazioni Liguri nel mondo Maria Florencia Rocha da La Plata Argentina e Valentina Brignole da Santiago del Cile hanno lavorato molto bene e già cominciato a portare avanti, insieme ad altri ragazzi il loro progetto dal titolo: UN’ESPERIENZA ESTERA CONDIVISA IN ITALIA E PER L’ITALIA, per la creazione di un sito web.
Il progetto basato sull’idea di un sito ideato per la creazione di un network di giovani collaboratori che, attraverso l’aiuto di canali istituzionali, possano trasferire quelle “buone pratiche” che si trovano in nazioni estere ed in Italia, inserendo in rete le informazioni che mancano su molti siti riguardanti temi come il lavoro ,lo studio, la cultura il turismo, cercando di risolvere quei problemi che i giovani in “fuga “ alla ricerca di migliori possibilità professionali affrontano, tutte le volte che si apprestano a partire per concretizzare i loro sogni .
Quest’esperienza ha unito tutti i giovani partecipanti che alla fine del convegno hanno stilato “La carta del Seminario di Palermo“. Un documento che esprime molto bene i sentimenti di questi ragazzi e che spinge anche noi a fare in modo che i loro sogni e le loro aspettative vengano raccolte ed ascoltate.
Claudia Costa
Siamo giovani italiani fuori dall’Italia, ciascuno di noi porta con sé associazioni e comunità da cui tornare e a cui raccontare l’esperienza del Seminario di Palermo.
Racconteremo che è proprio vero che gli italiani sono dappertutto, che abbiamo riso e riflettuto insieme di come alcuni tratti siano indissociabili da noi, a qualsiasi latitudine: siamo quello che mangiamo, ci riconoscono per come vestiamo, ma anche per la voglia di darsi da fare, con creatività e olio di gomito. Siamo quelli che si chiedono perché il mondo, a partire dalle istituzioni del nostro Paese, non potrebbe funzionare molto meglio, e che non rinunciano a mescolare l’energia con la rabbia per alimentare la speranza di cambiare non qualcosa, ma tutto.
Tanti di noi hanno vissuto in più paesi e città, i nostri genitori e i nostri nonni vengono da regioni diverse dell’Italia e del mondo, anche sforzandoci non riusciamo a vedere questa diversità come un problema, perché per noi, da sempre, è una ricchezza. Forse a volte complicata da gestire, nello sguardo di altri siamo “Altro” anche quando abbiamo la stessa residenza e lo stesso passaporto, ma ora sappiamo che questo spazio “altro” possiamo abitarlo insieme.
Renderlo pieno di progetti.
Per appagare il nostro bisogno di cultura, di lavoro, di vicinanza radicata e ideale con l’Italia.
Renderlo aperto ad un nuovo modo di pensare.
Perché la mobilità non sia superficialità e la globalità mancanza di generosità per il luogo in cui si vive, ma perché si creino nuovi modi per noi di agire ed essere cittadini del mondo, ed al tempo stesso riconoscere e valorizzare le tante forze culturali, associative e professionali italiane.
Renderlo pieno di relazioni.
Perché, in questi giorni, la “Rete dei Giovani Italiani nel Mondo” è stata vissuta con passione e bellezza, e ci ha resi diversi da quando siamo arrivati, perché ormai, per sempre, parte della vita gli uni degli altri, noi, e le nostre comunità.
Renderlo concreto e condiviso.
Perché la “Rete dei Giovani Italiani nel mondo”, che raccoglie persone con bagagli carichi di esperienze uniche, può dare un forte contributo non solo nei paesi di provenienza ma anche al sistema Italia.
Vogliamo impegnarci per accorciare le distanze tra gli italiani fuori dall’Italia e le istituzioni, con azioni concrete e con l’obiettivo di rendere protagonisti tutti i giovani.