RELAZIONE STORICA SU CASA LAURERI
IN BOSSANETO DI STELLANELLO (SV)
1. Premessa
Questa relazione sintetizza i dati storici disponibili sul complesso dei fabbricati che costituiscono Casa Laureri in Bossaneto di Stellanello, oggi registrato nel catasto ai mappali 172/173 del Foglio 28 di Stellanello [v. a parte la documentazione catastale] e qualificato nel Piano Regolatore come uno dei soli tre „Stabili emergenti“ in tutto il territorio comunale.
Fisicamente si distinguono due corpi:
V’è una spiccata differenza di tipologia edilizia fra i due fabbricati , che forse deriva anche dalla diversa data di costruzione, potendosi ritenere che il „Palazzo“ sia meno antico delle „Case Vecchie“.
Ma degli argomenti tecnico-architettonici ed artistici potrà dissertare l’ Architetto di nostra fiducia in apposita relazione.
Ora ci preme mettere in evidenza che il complesso, da quando fu costruito (nel Sec.XVI il „Palazzo“ ed ancor prima le „Case vecchie“) , è sempre stato proprietà – ed è tuttora, almeno per la maggior parte – della famiglia Laureri della Villa di Bossaneto, Parrocchia di San Lorenzo, Comune di Stellanello.
La presenza, la consistenza e l’importanza d’una fra le Famiglie del Casato Laureri in Bossaneto di Stellanello sono documentate innanzitutto nei Libri Parrocchiali di San Lorenzo, fin dall’istituzione di questi, alla fine del XVI Secolo. („Liber Baptizatorum“ nel 1588, „Liber Matrimoniorum“ nel 1588 e „Liber Mortuorum“ nel 1596).
Già a quel tempo in Bossaneto risiedevano almeno tre nuclei familiari di cognome Laureri, fra loro legati da vincoli di parentela più o meno stretta.
I membri di quello dal quale noi discendiamo in linea diretta nacquero, vissero almeno buona parte della loro vita e morirono nella casa di cui trattasi.
Essi furono, secondo la genealogia che qui di seguito riassumo:
Giacomo (*1530?-+1611) – Gio:Lorenzo (*1555?-+1612) – Giacomo, Notaio (*1580?- +1645) – Gio:Lorenzo, Notaio (*1607-+1677) – Carlo Gerolamo, Giureconsulto (*1642?-+1703) – Gio:Lorenzo (*1668-+1698) – Carlo Francesco, Notaio (*..-+1743) – Gerolamo, Capitano (*..-+1816).
Per inciso aggiungo che a tutti costoro spettava il predicato di Dominus, ad alcuni di Magnificus, e che fra i cadetti si distinsero altri Notai, un Medico, un Cancelliere della Curia d’Albenga, Prelati e vari Parroci.
L’imponenza e l’austero decoro della loro dimora, quale ancor oggi vediamo, riflettono il loro eminente rango sociale e fanno spicco nel panorama locale.
Alla morte del Capitano Gerolamo i suoi due figli maschi Carlo ed Ottavio si spartirono l’asse ereditario che fino ad allora era stato rigorosamente mantenuto unito, nel rispetto del maggiorasco sancito nell’Atto d’Investitura del Feudo dell’Autino da Andrea Doria Landi, Principe di Melfi, al Notaio Gio:Lorenzo [vedasi stralcio del Doc.1 in allegato] e nel testamento da Don Giovanni GerolamoLaureri [v. Doc. 2b].
Una prima descrizione solo parziale della „casa nuova“ e la menzione delle „Case Vecchie“ fanno parte del testamento di Don Giovanni Gerolamo [v. Doc. 2a], mentre nell’atto di divisione [v. Doc. 3] sono menzionate con giusto rigore notarile tutte le parti del patrimonio immobiliare, case e terreni, per l’attribuzione alle due porzioni valutate equivalenti.
Con tale divisione alla famiglia di Carlo, primogenito, fu assegnato per abitazione il piano superiore del „Palazzo“ e delle „Case Vecchie“, mentre a quella d’Ottavio, cadetto, spettò il piano terreno.
La discendenza di Carlo si estinse poco dopo il 1920, mentre quella di Ottavio conta a tutt’oggi numerosi membri, tra i quali i due proprietari attuali della maggior parte di Casa Laureri (mappali 172/3: Palazzo e 173/4: Case Vecchie).
Entrambi gli edifici, seriamente danneggiati dallo storico „Terremoto di Diano Marina“ del 1887, assunsero l’aspetto attuale dopo i restauri che si conclusero nel 1891 (come testimoniato dalla data a mosaico inserita nell’acciottolato del primo gradino del „Caruggio“).
Con quei lavori, oltre ad applicare numerose „catene“ nei muri d’ambito del piano superiore, si provvide forse anche a rinforzare la metà anteriore (meridionale) del „Palazzo“ sagomando a barbacane i muri stessi dal livello della strada fino a quello del soffitto del pianterreno.
Meritano d’essere elencate alcune particolarità originali della costruzione, che sono rimaste immutate nei secoli e che appaiono d’indubbio pregio:
– Nel sottotetto, lato a levante: la colombaia.
I nostri ricordi personali più lontani sull’aspetto della casa risalgono al 1941, quando nostro Padre entrò in possesso, per eredità, della maggior parte dell’ appartamento a pianterreno del „Palazzo“.
A quel tempo il tetto era munito d’un abbaino e di due comignoli che sciaguratamente furono eliminati nei rifacimenti recenti, quasi fossero elementi di disturbo.
Il complesso originale è la vera e propria Corte, inscindibilmente costituita dai due edifici contigui ad angolo, delimitanti su due lati il cortile triangolare.
Su questo si aprono il „Caruggio“ ed il Portone principale d’accesso, oltrechè le porte delle vecchie stalle.
Silvio e Carlo Laureri